I dati diffusi dalla Banca d’Italia confermano la tendenza che vede le banche allontanarsi dalla nostra regione. Va meglio la provincia dell’Aquila (ma c’è un motivo).
Come ogni anno la Banca d’Italia ha pubblicato le statistiche relative alla presenza delle banche nel territorio italiano, con il confronto rispetto al 2020.
I numeri sono ancora una volta impietosi per l’Abruzzo ed il Molise. L’andamento delle chiusure di sportelli è sintetizzato da questa cartina:
Fonte: Banca d’Italia
Basta una rapida occhiata per notare come il Molise sia stata la regione maggiormente penalizzata dalle chiusure, e che in Abruzzo sia andata leggermente meno peggio.
Vediamo nel dettaglio l’andamento delle chiusure di sportelli nella nostra regione.
NUMERO SPORTELLI BANCARI PER PROVINCIA | ||||
Totale 2020 | Totale 2021 | Differenza | % diff. | |
ITALIA | 23.480 | 21.650 | -1.830 | -7,8% |
ABRUZZO | 496 | 444 | -52 | -10,5% |
Provincia | ||||
AQ | 104 | 98 | -6 | -5,8% |
CH | 138 | 126 | -12 | -8,7% |
PE | 122 | 107 | -15 | -12,3% |
TE | 132 | 113 | -19 | -14,4% |
dati Banca d’Italia |
Il dato abruzzese risulta nettamente peggiore rispetto a quello nazionale, ancora una volta con differenze notevoli tra le varie provincie.
Nel 2021 la Provincia dell’Aquila risulta la meno penalizzata in Abruzzo, con una percentuale di chiusure inferiore al dato nazionale. Nel valutare questo dato, tuttavia, occorre ricordare che nel 2020 la percentuale di filiali chiuse nella nostra provincia era stata altissima, quasi il triplo rispetto al dato nazionale (oltre l’11% di chiusure in un solo anno). Il numero di filiali chiuse è quindi inferiore anche perché da chiudere non sta rimanendo molto, a meno che non si decida di abbandonare piazze storiche ed importanti. E come capiremo dalla prossima tabella, questo timore non è infondato.
La tabella che segue mostra il numero di impiegati per provincia ed il confronto rispetto all’anno precedente.
NUMERO DIPENDENTI SETTORE BANCARIO PER PROVINCIA | ||||
Totale 2020 | Totale 2021 | Differenza | % diff. | |
ITALIA | 275.433 | 269.624 | -5.808 | -2,1% |
ABRUZZO | 3.210 | 2.987 | -223 | -7,0% |
Provincia | ||||
AQ | 670 | 669 | -1 | -0,2% |
CH | 957 | 808 | -149 | -15,6% |
PE | 768 | 751 | -17 | -2,2% |
TE | 816 | 759 | -57 | -6.0% |
dati Banca d’Italia |
Anche in questo caso la Provincia dell’Aquila sembrerebbe essere stata risparmiata dai tagli, ma bisogna ricordare che nel 2020 era stata di gran lunga la più colpita (-6,6%, anche in questo caso un andamento triplo rispetto alla media nazionale).
Un dato salta all’occhio: a livello nazionale la percentuale di riduzione degli occupati è nettamente inferiore a quella degli sportelli chiusi (2,1% contro il 7,8%). Nella nostra regione i due dati sono molto più vicini (7% contro 10,5%).
Come leggere questi dati?
Una possibile spiegazione potrebbe essere essere questa: mentre nel resto d’Italia la chiusura di sportelli riguarda prevalentemente piccole filiali con pochi addetti, nella nostra regione questi tagli sono stati già fatti negli anni scorsi, e adesso le chiusure cominciano a riguardare filiali più importanti e strutturate. E questa non è una buona notizia.
L’ultima tabella che riportiamo riepiloga i dati relativi al numero di comuni nei quali è presente almeno uno sportello.
NUMERO COMUNI CON ALMENO UNO SPORTELLO BANCARIO | ||||||
Totale 2020 | % su tot comuni | Totale 2021 | % su tot comuni | Differenza | % diff. | |
ITALIA | 5.102 | 64,6% | 4.902 | 62,0 | -200 | -3,9% |
ABRUZZO | 147 | 48,2% | 132 | 43,3 | -15 | -10,2% |
Provincia | ||||||
AQ | 33 | 30,6% | 33 | 30,6% | 0 | = |
CH | 48 | 46,2% | 42 | 40,4% | -6 | -12,5% |
PE | 28 | 60,9% | 25 | 54,4% | -3 | -10,7% |
TE | 38 | 80,9% | 32 | 68,1% | -6 | -15,8% |
dati Banca d’Italia |
Nonostante il dato della Provincia aquilana resti invariato, è comunque sconcertante vedere come in 7 comuni su 10 non esista nessuno sportello bancario. Nel resto d’Abruzzo invece il taglio è pesante: nel corso del 2021 oltre un comune abruzzese ogni 10 ha visto la propria filiale di riferimento abbassare le saracinesche per sempre.
Abbiamo provato in tutti i modi a lanciare l’allarme e a spiegare cosa significhi per la nostra Regione il fatto che sempre meno banche decidano di investire sul nostro territorio. Abbiamo provato a far capire che meno sportelli significa meno credito. Ma nessuno sembra preoccuparsene, in modo particolare tra i politici locali. Come se il problema non esistesse.
Nel frattempo le banche continuano ad utilizzare i fondi pubblici esclusivamente per i loro interessi, senza alcun beneficio per la collettività. L’ultimo esempio arriva dai fondi messi a disposizione dalla Stato subito dopo il lockdown, a garanzia di crediti che avrebbero dovuto rilanciare l’economia dopo i gravi danni causati da mesi di stop.
Ancora una volta, i numeri sono incredibili.
In Abruzzo sono stati erogati finanziamenti interamente garantiti da fondi pubblici per 1.463 milioni: il 98,5% di questi fondi non è arrivato alle imprese, ma è stato utilizzato dalle banche per compensare la stretta creditizia ed acquisire garanzie su prestiti già esistenti. Solo la miseria di 22 milioni è andata a finanziare effettivamente l’economia abruzzese.
(dati tratti dal report “Il credito bancario in Abruzzo nel 2021” redatto da Aldo Ronci per il CNA)
Difficile, di fronte a queste cifre, continuare a sostenere che gli Istituti di credito nazionali abbiano a cuore l’Abruzzo.
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